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Il materiale emotivo al cinema

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In un'intervista all'attore e regista a cui viene chiesto cosa intendesse con l'espressione "materiale emotivo", Sergio Castellitto rivela che: "E' tutto ciò che viene rappresentato e messo in scena; sono i nostri segreti, le nostre occasioni mancate, è la nostra mediocrità. Anche l'emotività ha un corpo. Qualcuno lo chiama inconscio, qualcun altro cinema. E' come il mare di notte, così difficile da rappresentare sul grande schermo: è una cosa che ci inquieta profondamente." Dentro questa interessante definizione c'è già tutto: in altre parole il materiale emotivo sarebbe la nostra parte più oscura che al cinema, che non a caso il regista paragona all'inconscio, può essere messa in scena.  Questa è sicuramente una delle ragioni per cui il cinema, che, per fortuna, resiste al tempo non perdendo fascino, fin dai suoi albori, continui ad ammaliarci, ad affascinarci, a meravigliarci, a terrorizzarci, a farci ridere, sorridere, riflettere

Tra la Partenza e il Traguardo in mezzo c'è tutto il Resto

Sicuramente partire per un viaggio può essere entusiasmante, anche se in questo difficile periodo purtroppo paure, timori che ci portiamo dietro, bene o male quasi tutti, possono farci vivere le cose in modo un po' diverso.  La gioia della partenza per un viaggio, anche se breve, l'eccitazione dell'attesa di un evento che magari  desideriamo, specialmente se è da tanto tempo che non accade, sono vissuti comuni.  Si può ritornare da un viaggio arricchiti di emozioni provate, di luoghi visitati che ci sono piaciuti, di persone conosciute, di sprazzi di vita vissuta con un ritmo diverso da quello a cui siamo abituati. La partenza in senso metaforico significa fare un percorso, qualunque esso sia, appunto di conoscenza, di scoperta che ci porta a volte non si sa dove ma che ci può cambiare, anche nel profondo.  Come scrive Niccolò Fabi nella sua intensa canzone Costruire,  la sorpresa, l'attesa di un qualcosa ci fanno gioire: Immagina una gioia Molto probabilmente Penserest

L'arte di narrare storie attraverso la fotografia

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Tartarughe giganti. Salgado Leopardo. Salgado Amazzonia. Salgado  Donna della tribù Himba, Namibia. Salgado  Sebastiao Salgado, il grandissimo fotografo brasiliano testimone di quest'epoca così tormentata, attraverso le sue foto ci fa conoscere la forza e la potenza della Natura, così com'è ancora, in posti rimasti vergini, selvaggi, la forza e la potenza degli animali, la bellezza dell'essere umano, interconnessi gli uni agli altri in un Sistema aperto, dove quello che accade all'una si riflette inevitabilmente sugli altri.  Questo concetto è uno dei punti cardine del suo grande progetto fotografico, che ha un nome quanto mai esplicativo, " Genesi ": un'ode alla bellezza della Terra che va amata, rispettata, protetta, ripartendo appunto dalle origini.  Alcune fotografie di Salgado sono come lame che si incidono nella carne di chi le guarda per la loro forza dirompente, soprattutto quelle che ritraggono le popolazioni afflitte dai disastri della guerra, d

Riusciamo a mollare, a lasciare andare le cose?

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Vince chi molla , la bellissima e delicata canzone di Niccolò Fabi, autore di canzoni piuttoste profonde ed intimiste, ci fa riflettere sulla nostra capacità di lasciare andare o no le cose. Come ho già scritto in questo blog, le canzoni toccando delle nostre corde emotive, evocando dei ricordi, delle sensazioni, ci smuovono cose anche ad un livello molto profondo con un'immediatezza incredibile, come poche altre forme d'arte riescono a fare, aiutandoci a capire più noi stessi.  Più che una canzone è un viaggio quasi in una dimensione spirituale che ci racconta che la vita è un viaggio di conoscenza, che non ha mai fine, un processo costantemente in divenire.  E, come canta Fabi, per ogni viaggio è meglio avere un bagaglio leggero. Il titolo è un po' paradossale ma mollare è qui inteso non nel senso di arrendersi, ma appunto di concederci di lasciarci andare, di riuscire anche a fare pulizia delle cose che non ci sono più necessarie.  Ci fa ribaltare la prospettiva: perchè

La solitudine di Van Gogh è anche un po' la nostra

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Il film del 2018 su Van Gogh mi ha colpito molto a livello emotivo e profondamente commosso perchè ho sentito tutta l'intima e profonda solitudine del pittore e soprattutto dell'uomo, il suo forte bisogno di essere amato, riconosciuto, fondamentalmente visto come essere umano, nelle sue fragilità, vulnerabilità estreme.  Ho sentito ed empatizzato con  questo suo bisogno così istintuale di essere parte della natura, di essere dentro al paesaggio, ai fiori, ai campi che ritraeva, tanto da sottoporre il suo fisico, già così duramente provato dall'inedia, a lunghissime escursioni per le colline e le montagne della Provenza dove ha condotto l'ultimo periodo della sua vita, così travagliata.   Credo che sia per questi motivi che i suoi quadri siano così tanto amati, e le mostre a lui dedicate siano sempre meta di una sorta di pellegrinaggio artistico, ma anche sentiti in modo così coinvolgente  dagli appassionati d'arte, e non solo, come se le sue pennellate così materic

La necessità di guardarsi dentro : "La verità" di Brunori Sas

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Mi p iace ascoltare La verità  di Brunori (premio Tenco nel 2017) per farmi scuotere dalle sue parole poichè tratta temi piuttosto profondi, ma in modo leggero ed ironico: che è poi uno dei migliori modi per riuscire a guardarsi dentro con sincerità e senza false ipocrisie. Proprio come dice Dario Brunori in un'altra bellissima canzone, dal titolo "Canzone contro la paura" , che " a volte anche solo una stupida canzone basta a ricordarti chi sei ".   I temi de La verità sono sia psicologici sia filosofici: la paura di mordere la vita, di rischiare, la necessità, e direi anche l'urgenza, di cambiare, il bisogno di poter uscire dalla propria zona di comfort, la rimozione del dolore (purtroppo sempre più presente nella nostra società). Brunori già dalla prima strofa ci spinge a guardarci dentro invitandoci a tuffarci nella vita, a correre dei rischi, a superare le disillusioni che sono inevitabili, cantando:  Te ne sei accorto, sì che parti per scalare le mont