Cosa riusciamo a mettere via e cosa no
Ho sempre amato la canzone un po' malinconica "Ho messo via" di Luciano Ligabue, il cui video evocativo è girato in una soffitta che all'inizio è vuota e poi man mano si riempie di oggetti.
La soffitta rappresenta il luogo dove appunto si mettono via le cose che non ci servono più ma che però non vogliamo o non riusciamo a buttare.
Il Liga canta che riesce a mettere via tante cose: molte foto, il rumore, cartoni di illusioni ma che però poi restano lì, i consigli perchè è bravo a sbagliare anche da solo, le tante legnate che ha preso ma che però gli hanno lasciato i lividi.
Tutte cose che mette via per fare posto ad altro. Non riesce però a mettere via una persona che ha fatto parte della sua vita. E non si spiega il perchè questo accada.
La soffitta del video è appunto la metafora della nostra vita in cui lasciamo andare le cose che ci appartenevano, che fanno parte della nostra storia passata ma di cui vogliamo o vorremmo disfarci ma che però teniamo lì per non buttarle.
Certamente le persone che hanno fatto parte della nostra vita e che abbiamo amato non possiamo metterle in soffitta, non possiamo metterle via del tutto, anche se a volte vorremmo.
Ma, così come mettiamo via i cartoni contenenti le nostre cose nella soffitta e non li buttiamo via perchè rappresentano i nostri ricordi, perchè ci raccontano chi siamo stati, chi siamo tuttora, sapendo che, se vogliamo, le possiamo recuperare, così è altrettanto importante cercare di non buttare nel cestino le nostre relazioni passate, anche se sono state fonte di dolore, perchè ci hanno permesso comunque di essere quello che siamo ora, ci hanno insegnato delle importanti cose su noi stessi e sugli altri.
E di questo dovremmo cercare di farne tesoro, dal momento che possono rappresentare una preziosa risorsa per noi.
Noi siamo certamente anche il risultato delle nostre esperienze relazionali, pur quando esse rappresentano dei lutti relazionali, dei dolori, delle delusioni o anche solo delle cattive e banali compagnie. Si, a volte vorremmo che potessero essere cancellate con un colpo di spugna, ma non si può fare. Però magari potremmo immaginare delle stanze dentro di noi, con delle porte che si aprono e che si chiudono che tuttavia non rappresenteranno mai la semplice somma delle parti. E come in un gioco delle parti, la resilienza e la consapevolezza possono venirci in aiuto e possiamo provare a rovesciare il senso di quello che ci è accaduto, trovando forse qualcosa che ci arricchirà a livello umano. Superare il dolore dona bellezza e profondità.
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo
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