Niente è per sempre!
L'altra sera guardando Sanremo ho risentito la bellissima canzone degli Afterhours Non è per sempre reinterpretata dallo Stato Sociale, accompagnati da alcuni rappresentanti degli operatori dello spettacolo così duramente colpiti dalle recenti restrizioni, e mi sono emozionata.
Che belle sensazioni ci fa provare infatti la musica!
Credo che per il periodo così particolare che stiamo tutti vivendo sia particolarmente azzeccata perchè ci invita a pensare che neanche la pandemia appunto sarà per sempre e quindi ci consente di volgere lo sguardo ad un orizzonte più ampio.
Se si presta attenzione al testo ci si accorge che è un invito molto forte, ed anche un po' provocatorio, a non vittimizzarsi (indicativa l'espressione a questo proposito: "il tuo diploma in fallimento è una laurea per reagire" ), a relativizzare le cose, a cercare di guardare la nostra vita con occhi diversi.
Manuel Agnelli canta infatti con molta intensità "Non c'è niente che sia per sempre" .
Ma quando è tutto esasperato, tendiamo a pensare che quella situazione che ci stressa, che ci affligge, che ci impedisce di essere lucidi, sia senza soluzione e che debba durare anche per il futuro, quando invece non lo possiamo assolutamente prevedere: assolutizziamo anche attraverso il linguaggio, usando parole come mai, sempre, ogni volta che, non riuscendo invece a relativizzare.
Ma appunto niente è per sempre: le cose passano, tutto scorre, come diceva Eraclito, la vita va avanti, noi siamo sempre in continua evoluzione e non possiamo sapere cosa ci potrà riservare il futuro.
Eppure spesso lo ipotechiamo attraverso pensieri negativi molto intrusivi che condizionano non solo il nostro presente ma appunto anche il futuro, impedendoci di mantenere uno sguardo aperto sul domani, su una prospettiva futura, assolutamente necessaria.
Ma il presente e il futuro dipendono in gran parte da noi, anche in questo periodo storico cosi difficile, in cui ci sembra di avere poco potere, poco margine decisionale sulle nostre vite!
E' come la profezia che si auto-avvera: noi ci mettiamo nelle condizioni, in modo spesso assolutamente inconsapevole, per cui quello che temiamo ci potrà accadere, compresi scenari apocalittici, poi ci accade veramente. Ciò accade non perchè siamo dei maghi ma perchè ci auto-boicottiamo, ci auto-sabotiamo per confermare quell'idea, quel copione, quella cognizione negativa su di noi che ci accompagna spesso, fin dall'infanzia, e che prende il sopravvento quando siamo più vulnerabili, come per esempio: "non riuscirò mai a combinare niente nella vita, non sono bravo in niente, non sarò mai felice, non mi merito che mi accadano delle cose belle". A conseguire il diploma in fallimento, per dirla con le parole di Manuel Agnelli.
Pensieri di questo genere si auto-alimentano e si auto-rinforzano, condannandoci ad una vita non vissuta.
Non hai abilità
Questa nazione è brutta
Ti fa sentire asciutta
Senza volontà
E gioca a fare Dio
Manipolando il tuo DNA
Così se vuoi cambiare
Invece resti uguale
Per l'eternità
Ma non c'è niente
Che sia per sempre
Perciò se è da un po'
Che stai così male
Il tuo diploma in fallimento
È una laurea per reagire
Puoi finger bene
Ma so che hai fame
Tutto è efficacia
E razionalità
Niente può stupire
E non è certo il tempo
Quello che ti invecchia
E ti fa morire
Ma tu rifiuti di ascoltare
Ogni segnale che ti può cambiare
Perché ti fa paura
Quello che succederà
Se poi ti senti uguale
Ma non c'è niente
Che sia per sempre
Perciò se è da un po'
Che stai così male
Il tuo diploma in fallimento
È una laurea per reagire
Panta rei, esattamente. Tutto scorre. Questo mi riporta a un'altra dimensione che dentro di me da quattro anni sto imparando ad ampliare. Il qui e ora. Ognuno di noi può arrivarci percorrendo varie strade, io l'ho fatto con la mindfulness ed è un'esperienza unica. Ho imparato l'accettazione e ho imparato che tutto quello che ci succede ha sempre una durata limitata nel tempo. Mi riferisco alle cose belle e per fortuna anche a quelle brutte, e nella mia esperienza personale questa operazione interna mi aperto alla vita e alla sua continua trasformazione in forma nuove. Rendere le cose che ci accadono legate al momento contingente e mutevoli ci dà una grande forza interiore perché acquisiamo sempre di più la certezza del nostro plasmarci giorno per giorno insieme alla vita, pur rimanendo ancorati alla nostra natura autentica. Più lasciamo scorrere le cose più la nostra voce profonda ci si rivela. È un'esperienza che forse ci fa sempre attraversare il dolore, perché sia lasciare andare ciò che ci ha fatto stare bene per un po', sia accettare e tollerare le nostre sofferenze, passo necessario per lasciarle andare, ci mette in contatto con il grande conflitto che produce il distacco da ciò che ci appartiene o che crediamo ci appartenga. Ma la vita è fatta così, altrimenti sarebbe un pantano. Invece fosse è un grande fiume che lambisce e scorre. Ci tocca e si allontana. Non ci abbandona mai, senza tuttavia lasciarsi fissare. Ha la sua bellezza questa esperienza, porta dentro di sé il grande mistero della natura umana ma anche della natura stessa della vita. E in fondo somiglia anche alla musica. Inizia, evoca, ci tocca nel profondo, ci mette in contatto con noi stessi, ci porta lontano da noi stessi, finisce e va via lontano da noi, lasciando nel giro del sangue, nei battiti del cuore e nel ritmo del respiro una luce fatta di consapevolezza che può riportarci al nostro essere più autentico. Ho scoperto che non corrisponde mai a quello che crediamo o sentiamo, né quello di cui siamo consapevoli consapevoli. Ho scoperto che è qualcosa che risuona come un vecchio sapere e che l'intuito verso la vita ci rivela solo se siamo disposti ad accoglierlo e ad ascoltarlo. Ho scoperto che è qualcosa per cui vale davvero la pena vivere. E sono felice.
RispondiEliminaGrazie di aver condiviso le sue riflessioni
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