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Il materiale emotivo al cinema

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In un'intervista all'attore e regista a cui viene chiesto cosa intendesse con l'espressione "materiale emotivo", Sergio Castellitto rivela che: "E' tutto ciò che viene rappresentato e messo in scena; sono i nostri segreti, le nostre occasioni mancate, è la nostra mediocrità. Anche l'emotività ha un corpo. Qualcuno lo chiama inconscio, qualcun altro cinema. E' come il mare di notte, così difficile da rappresentare sul grande schermo: è una cosa che ci inquieta profondamente." Dentro questa interessante definizione c'è già tutto: in altre parole il materiale emotivo sarebbe la nostra parte più oscura che al cinema, che non a caso il regista paragona all'inconscio, può essere messa in scena.  Questa è sicuramente una delle ragioni per cui il cinema, che, per fortuna, resiste al tempo non perdendo fascino, fin dai suoi albori, continui ad ammaliarci, ad affascinarci, a meravigliarci, a terrorizzarci, a farci ridere, sorridere, riflettere

L'importanza di poter essere se stessi

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  Il film Zio Frank Zio Frank è una pellicola americana del 2020 ambientata negli anni '70 che a me è piaciuta molto, anche se, da cinefila, avrei preferito vederla al cinema.  E' una storia sull'autodeterminazione, sul superamento dei pregiudizi di genere e sessuali, sulla libertà di poter fare le proprie scelte, sull'iniziazione sentimentale della protagonista, sul bisogno di accettazione che abbiamo tutti quanti.  E' molto delicato, mai scontato e banale nell'affrontare temi delicati come quello dell'omosessualità di Frank che è duramente osteggiata dal padre e taciuta alla gran parte della famiglia.  Il regista    riesce a  giostrarsi bene, senza scivolare negli stereotipi, fra registri diversi, che vanno dal dramma familiare, alla commedia, al road movie con una delicatezza e a tratti una leggerezza, ma al tempo stesso anche una profondità ed una sensibilità non comuni.  Forse dovuti anche al fatto che tali temi risuonano molto al regista che mette in s